Storia dell'orologio da polso

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Storia dell’orologio da polso

La necessità di calcolare lo scorrere del tempo è probabilmente antica quanto l’Umanità: i Preistorici si basavano sui cicli del solo e delle stagioni e solo verso il 3.000 a.C. i sacerdoti babilonesi riuscirono a dividere il giorno in ventiquattro ore.

Furono gli antichi Egizi che intorno al 1500 a.C. misero a punto i primi veri e propri strumenti di misurazione: usavano orologi solari, altrimenti detti meridiane (un’asta illuminata dal sole proiettava la sua ombra su un quadrante graduato che indicava il passare delle ore), orologi ad acqua (un semplice vaso da cui l’acqua sgocciolava da un buco con l’ora che era determinata dalla quantità d’acqua che rimaneva nel vaso) e clessidre dove lo scorrere di finissima sabbia in due recipienti collegati permetteva di calcolare brevi intervalli.

Furono poi gli Arabi e i Bizantini a perfezionare meridiane e clessidre meccaniche con sistemi di pesi e contrappesi, o utilizzando orologi a olio: il tempo era misurato dalla durata della combustione.

Nel basso Medioevo, attorno al 1200 fanno le prime apparizioni i i grandi orologi da torre per i campanili delle chiese, molto rudimentali, con enormi ingranaggi in ferro o bronzo e funzionanti con grossi pesi.

Occorrerà attendere ancora almeno 200 circa per i primi modelli di segnatempo trasportabili: dal 1500 l’orologeria muove i suoi primissimi passi, grazie all’invenzione della molla di carica, con orologi che erano portati al collo, a mo’ di collana: i primi modelli erano dunque erano studiati per il pubblico femminile.

La nascita del primo dispositivo in grado di scandire il tempo in piccole frazioni, ossia in secondi, si deve innanzitutto a Galileo Galilei e alle scoperte legate al moto oscillatorio del pendolo.

Intorno al 1670 un nuovo congegno, denominato a scappamento, sostituirà il meccanismo del pendolo con il moto rotatorio prodotto da una corona; nel 1674 Christiaan Huygens inventerà quindi un sistema costituito da un bilanciere con molla a spirale.

Nascevano così l’orologio da tasca e l’orologio da taschino, il modello più diffuso per tutto XIX secolo il cui successo durerà sino ai primi anni del 1900, quando verrà gradualmente sostituito con l’orologio da polso.

L’orologio da polso, inizialmente era prerogativa del pubblico femminile: già 1810 la Maison Breguet ne realizzò un modello su espressa richiesta della Regina di Napoli, ma di questo prezioso manufatto non restano che alcuni documenti d’archivio.

Infatti, l’invenzione del segnatempo da polso è unanimemente attribuita a Patek Philippe che realizzò nel 1868 un esemplare, montato su un bracciale in oro, per la contessa ungherese Koscowicz.

Il primo orologio da polso per uomini (il Santos) fu invece opera del famoso orologiaio francese Louis Cartier che lo realizzò nel 1904, con cinturino in cuoio, per il suo amico aviatore Santos Dumont.

La massima popolarità di questa innovazione arrivò però con la Prima Guerra Mondiale: gli ufficiali si accorsero ben presto che in battaglia era molto più comodo dare uno sguardo al polso piuttosto che estrarre l’orologio dalla tasca per vedere l’ora…

Si avviò quindi velocemente la produzione su scala industriale per far sì che ogni combattente disponesse di un orologio da polso; si crearono modelli nuovi, più piccoli e precisi, con lancette e indici fluorescenti per la visione notturna.

Nel primo dopoguerra, i numerosi modelli prodotti per soldati e ufficiali si diffusero come oggetti di uso quotidiano e l’orologio da polso diventava così uno strumento pratico e quotidiano e non più un accessorio di lusso.
Nel 1926, John Harwood industrializzò l’orologio da polso automatico e nello stesso anno annotiamo l’introduzione della cassa Oyster a tenuta stagna inaugurata dalla Rolex e grazie alla quale poté imporsi come marchio di riferimento dell’orologeria sportiva.

Dagli anni ’60, l’orologio da polso divenne un must per uomini e donne, senza limiti di età.

L’Omega Speedmaster fu l’unico orologio a superare i durissimi test della NASA, che stava appunto selezionando un segnatempo in grado di resistere a ogni sorta di eventi: era il 1969.


Evoluzione quarzo

Arrivò quindi il momento dei primi orologi elettronici e al quarzo, lanciati rispettivamente da Hamilton e Seiko: il movimento determinato dalle oscillazioni di un cristallo al quarzo e inventato negli Usa nel 1928 da W. Horton e W. A. Morris si rivelerà ben presto molto più preciso di quello meccanico.

Alla fine degli anni ’70, dal Giappone arrivò il display alfanumerico, mentre sugli orologi meccanici e analogici furono poste nuove funzionalità (bussola, fasi lunari, sveglia, ecc.).

Oggi l’orologio da polso ha in parte ceduto le sue funzioni di segnatempo ad altri dispositivi che ci accompagnano quotidianamente per trasformarsi definitivamente in un accessorio che completa e definisce i nostri outfit: attraverso il nostro orologio esprimiamo la nostra personalità.

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Storia dell’orologio da polso 

Questo è un breve racconto per avere una prima documentazione di come siamo arrivati ad avere sul nostro polso un orologio, vuole essere una prima introduzione.

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